domenica 31 ottobre 2010

Torino era una città meravigliosa - i miei si incontrarono in una balera

chiedere sempre la stessa cosa, ma Sottovoce

Riesco finalmente solo adesso a vedere il link che mi ha inviato Davide riguardo Farian.
Molte cose mi colpiscono, non solo la storia d' amore tutta torinese dei genitori di Farian, che lei racconta essersi incontrati in una balera. A questo punto la voglio vedere, e la voglio fotografare questa balera. Il racconto che Farian fa della Torino degli anni 60 sembra avvicinarla ad una Honk Kong contemporanea. Vorrei capire in che senso. Mi piacerebbe vederne delle foto. Non so perchè mi sta venendo l' ossessione per le foto. Su questo blog.

La cosa che però veramente mi lascia basita sono le domande di Marzullo.
Lo so, non dovrei stupirmene, sarà che non avevo mai fatto caso a Marzullo per più di 30 secondi, ma in pochissimi minuti il tale è riuscito a infilare una serie di domande tra l' imbarazzante e il completamente idiota. Vado con una lista sommaria di fronte alla quale Farian si è dimostrata di una serenità disarmante, io avrei sbroccato sgranando gli occhioni, perchè sbroccasse lui.

Vorrei d' altra parte sottolineare che alcune domande sono pressochè simili o uguali a quelle che avrei posto io in una qualsiasi puntata di Sentimental Skinny, o anche nella semplice vita semplice, ad esempio quella sulla maternità.
Allora iniziamo il resoconto della mia visione della puntata incriminata di Sottovoce trasmessa in data 29 settembre. La data non è casuale perchè poi Farian citerà Battisti, ma di questo collegamento così sottilmente psicanalitico la psicanalista di Marzullo non dirà niente.

1 Marzullo inizia chiedendo come i due genitori di Farian si siamo conosciuti, lei dice in una balera, dice che la Torino degli anni 60 era una cosa pazzesca, comincio a pensare che fosse solo una questione di anni 60 perchè all' epoca pure Rovigo doveva essere di un cosmopolitismo pazzesco.




Qui Farian dice una cosa che da donna mi fa un po' alzare il sopracciglio, e cioè che la madre si era fermata a Torino per il marito (cioè suo padre), mentre il padre vi si era stabilito per le belle donne. Nessuno dei due però anche qui commenta, Marzullo deve essere tra l' altro stanchissimo, glielo leggo proprio in faccia, dovrebbero cambiargli orario nel palinsesto.

Commenta l' incontro dei genitori con -un uomo dell' Iran incontra una donna dell' Italia, nasce l' amore. Quindi l' amore unisce, non divide-.
Che è un commento che va proprio contro il metodo scientifico che ti fanno studiare alle superiori.
Non capisco in questo caso come l' amore avrebbe potuto dividerli, al massimo l' assenza d' amore li poteva non unire, ma a dividerli mi sarebbe sembrato un film francese incasinatissimo.

2 Farian dice -giro molto per lavoro, la mia famiglia anche, adoro questa vita-, o una cosa del genere. E il genio, sempre più stanco commenta -lei ha bisogno di pace, lo racconta, forse dovrebbe fermarsi-. Al che Farian gli ripete -Infatti t' ho detto che adesso vivo a Torino-. Lui comunque non l' ascolta più perchè so dove vuole arrivare.

3 -lei quindi ha sposato un uomo iraniano o italiano...- (e questo, vorrei farvi notare, ben prima di chiederle se è sposata, cosa che infatti si scoprirà non essere). Anche qui Marzullo va contro il metodo scientifico: il fatto che la Sabahi abbia madre italiana e padre iraniano non vedo come potrebbe impedirle di sposare, volendo, un senegalese.
Farian glissa dicendo: romano. Che in effetti se hai vissuto un po' di tempo a Roma lo sai benissimo che non sono propriamente italiani, loro sono romani e basta

4 -sono importanti i nonni per un bambino, visto che non ha un padre?-
-non è che mio figlio non abbia un padre, solo che sta a Roma-
Anche qui Marzullo Genius non è che si preoccupa di sapere che fine ha fatto il padre, d' altronde se fosse morto che gli fregherebbe a lui, d' altronde così la domanda sui nonni cadrebbe ancora più a fagiuolo. Che poi magari pure i nonni erano morti, e allora volevo sapere di chi gli chiedeva l' importanza.

5 Farian parla di cosa significhi avere un figlio piccolo, dice -alle volte avrei voluto metterlo in lavatrice per farlo stare zitto-. Marzullo, preoccupatissimo, non capisce lo scherzo e come tutti quelli che non capiscono gli scherzi o non ci sanno stare commenta -Ovviamente Farian sta scherzando-. Al che secondo me lei deve essersi sentita una madre criminale.

6 Un uomo che vive nell' Ottocento a un certo punto fa una domanda di forte impegno sociale alla scrittrice/madre criminale: -lei appartiene sicuramente alla borghesia, le piace tutto questo?-. Non ho ascoltato la risposta perchè secondo me questa domanda sta al pari con uno che ti chiede: com' è avere i capelli castani?

7 -ha mai subito torti per la sua origine iraniana?-
-no ma come donna sì, durante i colloqui mi dicevano che avrei creato problemi perchè prima o poi sarei andata in MATERNITA'-
Grazie Farian, se solo tu sapessi cosa significa proporre come argomento "maternità/paternità" e vederlo poi cancellato dalla lavagna perchè dicono che non c' entra nulla. Invece secondo me, come dici un po' anche tu (sì lo so la sto un po' forzando, d' altronde da grande volevo fare la giornalista su Cronaca Qui), sta sempre "alla base"

8 -comunque rinascerebbe donna?-. Qui lui ormai è proprio alla canna del gas e secondo me ha frainteso la questione della maternità e della lavatrice e vede in lei ormai solo una donna assassina tipo libro di Cinzia Tani. Lei tenta di portare avanti la mia parola chiave, il mio animale guida e replica (grazie ancora Farian) : -la MATERNITA' è una questione molto bella-

9 Bene, qui Marzullo usa il trucchetto della De Filippi e per sondare nelle pieghe del dolore parte alla lontana, molto alla lontana, tipo due battute di dialogo prima.
-cosa non tollera?-
-non tollero la menzogna-
-l' ha incontrata spesso? (trad. -ti hanno mai tradita?-)
-ho tagliato i rapporti (trad. -evidentemente sì-)
-lei non sa perdonare?- (trad. -ma lei lo dovrebbe sapere che l' uomo è un po' così dai...-). Dissolvenza sul resto della provocazione.

10 Scopro mentre Farian parla delle sue foto che la madre si chiama Enrica (complimenti bellissimo nome) .

11 -lei si è sposata?- (tempismo straordinario, a fine intervista, addirittura dopo che hanno parlato del corso per palombari)
-posso avere una domanda di riserva?- dice lei.
A questo punto secondo me Marzullo potrebbe
a) chiederle se ha un marito

b) chiederle se è mai stata moglie.


12 Non pago, insiste, come uno di quei cani che si strusciano contro le gambe dei tavoli -ma il matrimonio è una tappa necessaria o un traguardo o il coronamento di un amore?-. Una domanda che davvero lascia spazio a un sacco di alternative, esclusa quella che a lei del matrimonio non fregasse nulla (se non per avere un figlio da mettere in lavatrice, oh madre criminale!)

13 Lei racconta un aneddoto, dice che a un certo punto va in Iran a trovare la nonna e la nonna le dice -ma perchè non ti sposi?- -perchè dovrei sposarmi?- -perchè hai 30 anni-. Tutto il mondo è paese.

14 a una domanda sul (STRANISSIMO!) matrimonio, Farian che ormai sembro io alle riunioni di Lingua Matrigna dice -per me l' obiettivo è sempre stato LA MATERNITA'-

15 Siccome Gigi sa che adesso dopo mezz' ora deve cambiare argomento, le chiede -quindi un giorno si sposerà?-

E' tutto vero, come è vero che io ho chiuso per sempre con Marzullo, o meglio, lui e tutto l' entourage della Rai hanno per sempre finito di chiudere con me.

ci ho messo 5 minuti a capire il concetto

stavo semplicemente cercando di informarmi meglio su lakhous, che dopo averne letto il libro finalmente ne vedo il volto. buffo che non lo si indovini mai.

PS
tra l' altro sono sicurissima di aver linkato malissimo il link, d' altronde la mezza pagina di istruzioni per linkare correttamente, anche quella l' avevo capita male.

Fase Due



Ora che la prima fase è cominciata, quella di incontrare gli scrittori, comincerei a pensare alla seconda. In primo luogo a rendere il blog pubblico.

Questo vuol dire l'inserimento di contenuti interessanti, discussioni, video. Inoltre sarà necessaria una azione di promozione. A questo proposito mi muoverei in diverse direzioni.

-Potremmo chiedere alla scuola di concederci uno spazio sul sito ufficiale. Ad esempio nelle news nella home page della scuola.

-Potremmo sensibilizzare blog fratelli, giornalisti et similia che si occupano di scrittura, integrazione etc. Io ad esempio ho trovato questo blog che si chiama Scrittorinesi sul sito de La Stampa. Potremmo contattarli raccontando quello che stiamo facendo. Conosco una ex studentessa che lavora a La Stampa che potremmo contattare.

Il traffico su Lingua Matrigna è monitorato da Google Analytics, un servizio che tiene traccia del numero dei visitatori, della loro provenienza (in termini geografici e da quale pagina internet), del tempo di permanenza (che indica quanto possa essere interessante il sito) e la frequenza di rimbalzo (quando qualcuno arriva sul sito e dice "ma che roba è questa?" e se ne va subito - dal romanesco m'arimbarzi)

Sarebbe interessante che due o tre di voi (magari non le solite stakanoviste) si occupassero di questa parte di promozione. E' divertente e vi insegna un mestiere attualmente molto apprezzato e potrebbe esservi molto utile per promuovere il vostro prossimo romanzo. Chi si candida?

Il "caso" Farian

Mi suggerisce Davide (Ferraro) un problema su Farian Sabahi che inficerebbe la sua compatibilità con il progetto: ovvero il fatto che lei sia nata ad Alessandria e sia cresciuta a tutto gli effetti da italiana (qui wikipedia). Per la verità è stato un dubbio che mi era già stato sottoposto da Ziarati, amico di Farian da tempo.

Bene, io non penso che la sua presenza sia incompatibile, anzi, la ritengo necessaria. E vado a spiegare. Farian sta facendo il percorso inverso: seconda generazione di persiani in Italia ricostruisce le sue radici. La sua testimonianza non è importante in quanto autrice (in effetti è più una accademica che una scrittrice) ma quanto una persona che sta nel mezzo, dunque qualcuno che affronta tutti i giorni il problema dell'identità, dell'integrazione, della "patria". Ad esempio io le chiederei quale è per lei la sua lingua madre.

La sua presenza è fondamentale come pietra di paragone, come trasformazione in corso d'opera.

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sabato 30 ottobre 2010

Carteggio Elvira Dones

"Lei riprende a camminare ma Ben non la segue. E’ brutto, pensa Hana, cammini e ti fermi e poi urli e poi vorresti abbracciarlo e poi fai la dura, e poi lo perdi. Lo perdi. Non resta nulla nella tua vita. Lui si avvicina. Hana si ferma.
“Prima intendevo dire che sei sparita proprio quando avevo deciso di avvicinarmi di più, non è facile fare amicizia con te,” dice Ben cercando di allentare la tensione.
“Be’, adesso ti sei avvicinato e io non ti sto mangiando,” Hana abbozza un sorriso. “Ci rivedremo a fine agosto. Puoi aspettarmi fino ad allora, no?”
Lui inspira profondamente prima di dire tra i denti che forse a fine agosto partirà per Parigi.
Lei allarga il sorriso. Non ha capito."
Da Elvira Dones, Vergine Giurata (Feltrinelli, 2007)

Breve carteggio via email con Elvira Dones, scrittrice albanese.
Chiara e io, stamattina, le abbiamo scritto una breve mail, una dichiarazione d'intenti, alla quale la scrittrice ha risposto con entusiasmo. La sua giornata a Los Angeles era appena cominciata, la nostra torinese, invece, volgeva al termine sotto il diluvio universale.

30 ottobre 2010 13.47.45


Cara Elvira,

siamo Chiara e Alice, due studentesse della Scuola Holden di Torino.
Abbiamo avuto il tuo indirizzo mail da Livio Milanesio: stiamo lavorando con lui al progetto "Lingua Matrigna" e vorremmo tanto coinvolgerti.
Abbiamo letto i tuoi libri, infatti, libri che ci sono piaciuti molto.

Si tratta di un'iniziativa mirata a coinvolgere gli scrittori stranieri che decidono di scrivere in lingua italiana e a diffondere la loro visione della letteratura e del mondo, della lingua e del rapporto con la cultura d'origine.

Pensavamo di coinvolgerti inizialmente in un'intervista via mail da inserire nel nostro blog. Inoltre pensavamo di chiederti un contributo video, a tempo debito, visto il tuo lavoro di documentarista. Se hai già idee o suggestioni da proporci noi siamo pronte ad accoglierle con entusiasmo.

Felicissime di fare la tua conoscenza anche se a distanza,

Chiara e Alice

30 ottobre 2010 17.29.07


Cara Alice, cara Chiara,

mi scuso per la telegraficità, ho una giornata a dir poco impegnativa
(ed è sabato, accidenti). Comunque, rispondo positivamente su tutto.
Livio me ne ha parlato, sì... Inviatemi le domande, il resto sul video intendo,
lo discutiamo con calma senza nessun problema.

Have a nice weekend.
Un caro saluto a entrambe, @>----
e.

A presto a tutti voi per aggiornamenti.

Quer pasticciaccio



"Er sor Filippo, alto, scuro a soprabito, co la panza un po' a pera e le spalle incartocchiate e un tantinello pioventi, di viso tra impaurito e malinconico, e al mezzo un nasone alla timoniera da prevosto pesce che doveva fare le gran trombe der Giudizio, a soffiallo, aveva l'aria, per quanto commendatorile e ministeriale, sì però, più che altro, un non so che... "

Da qualche parte, qualche recensore di Lakhous scomoda Gadda. Riprendo Quer pasticciaccio brutto e fin dalle prime righe del pantagruelico raccontare mi rendo conto che l'accostamento non è altro che una forzatura del marketing. Quella dello scrittore algerino incardinata sui pregiudizi razziali ed etnici, quella di Gadda su uno scanzonato rimestare di lingua italiana, inframmezzata da riminiscenze dialettali. E dire che anche Gadda, diciamo tecnicamente, adotta una lingua: da milanese si ambienta nella capitale. Ma insomma il romanesco, il veneto, il molisano-campano con cui infarcisce la sua narrazione sono pur sempre variazioni su un tema italiano.

Le due storie, pur essendo sovrapponibili risultano molto diverse. In effetti non deve essere facile sprofondare in una lingua così tanto da permettersi le giravolte di Gadda quando la lingua che stai usando non è quella che hai masticato da quando lallavi dentro il seggiolone.

Ascoltando l'intervista alla Dones la vediamo ritratta come una vera poliglotta ma come ammette essa stessa il suo italiano è lontano dall'essere perfetto. E non è di grammatica e di sintassi che si parla.

Insomma, mi chiedo, esiste anche una parte fisiologica della lingua? Una cosa che deforma il tuo apparato vocale a forza di dire "dui puvrun bagnà 'nt l'oli"*, un modo di costruire le frasi, di scegliere le parole per via del suono familiare, una struttura, un gusto, un aroma che ti si appiccica a livello fisico nei momenti in cui impari una lingua e che non riuscirai più a scrostarti di dosso? E allora mi chiedo ancora: la lingua adottata non manca di tutta questa parte che ha più a che fare con l'imprinting che alla scuola dell'obbligo?

* trad. it. due peperoni bagnati nell'olio. frase cardine del dialetto piemontese. qualunque pedemontano innamorato del suo dialetto, dal Sestriere a Novi Ligure (che sta sempre in Piemonte) vi costringerà a dirla, per provare la vostra ortodossia linguistica e con un perenne sguardo insoddisfatto sentenzierà: dalle nostre parti non lo diciamo così

venerdì 29 ottobre 2010

OLè OLè OLè

Dunque, giovedì 4 Novembre, ore 21, Ziarati sarà con noi "da Michele", piazza vittorio veneto 4.

Ho chiesto un tavolo tranquillo, mi han detto che il loro locale è un quadrato con 9 tavoli, ne ho riservato uno in un angolo.

Naturalmente mi hanno chiesto un cognome per la prenotazione, e ho dato il mio. Non mi sto imponendo, solo non avrei voluto lasciare "Ziarati", o "Spiderman", visto che non so chi ci sarà.

Vi saluto e bacio tutti, adesso sono più tranquilla!

OLèOLèOLè!

c.

Panic!

Chiamo il ristorante, non risponde. (almeno per evitare di dare appuntamento a Ziarati lì prima di scoprire che in realtà quel giorno è il compleanno della sorella del cugino del proprietario e il locale è chiuso)

Chiamo Ziarati, cellulare spento. Troppo tardi, sono arrivata troppo tardi ergo, probabilmente, ha già spento per la partenza.

Riproverò.

Nel mentre, NOI, i più fighi, i più conscius, i più fescion, ci DOBBIAMO accordare su altri aspetti, non troppo periferici:

  • prenoterò per 5. il number one sarà, sorpresone, Ziarati. Gli altri?
Io proponevo di eliminare tutti quelli che hanno scritto più di 40 cartelle quest'estate, ma anche quelli che ne hanno scritte 10 potrebbero andare eliminati. e sì, è solo una questione di invidia personale.
  • uno di questi superstiti dovrà avere, per puro caso, una telecamera/macchina fotografica/ registratore.
  • una di queste grosse tette (ma cosa dite? che avete capito? non ho detto grosse tette!) e lughe ciglia.
  • almeno un paio dovranno aver letto i suoi libri, e riassumerli agli altri alla bisogna.
Naturalmente tutti parteciperanno alla colletta per offrirgli la cena.

c.


DA MICHELE

Bene, miei cari,

il luogo è stato scelto : "da Michele", piazza Vittorio Veneto 4,

qui la recensione di Due Spaghi

Giovedì sera, direi per le 21.

Ziarati sarà lì, e noi?

ps: siccome sono buona, che ci crediate o no, darò il tempo di confermare la proposta.
Un'ora da adesso.
Sono avantaggiati i fedelissimi.
- 59.
Sono buona ma non troppo.

c.

Se ci sei batti un colpo!




Tawfik non dà alcun segno di vita, gli abbiamo scritto ormai da qualche giorno ma non ci ha ancora risposto.
Mi sento un po' come l'ispettore Gadget alla ricerca di Boss Artiglio, forse Tawfik se ne sta in qualche luogo segreto a ridere di noi e ad accarezzare il suo gatto!
O magari c'è una qualche tradizione dietro a questo misterioso silenzio, forse è come i persiani e bisogna chiederglielo 7 volte prima di avere una risposta positiva.

In ogni caso noi non ci arrendiamo, abbiamo scelto lui tra tutti gli scrittori stranieri e non basta ignorarci per farci desistere.
Sono seriamente interessata a chiedergli qual è stata la persona più difficile da lasciare prima di partire per l'Italia, se sa dirmi qualche proverbio in iracheno (non so perché ma credo che me ne direbbe di interessanti) e qualsiasi domanda mi venga in mente al momento. Giuro che ne preparo qualcuna prima dell'incontro!

Insomma Tawfik, fatti sentire! Ogni volta che guardo la posta e non c'è nessun tuo messaggio, mi sento come una ragazza innamorata che guarda il telefono sperando che squilli.
Chiamamiiiiiiii

Lorena




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Elvira Dones Intervista

Naturalmente le domande "normali" agli autori saranno già state fatte, per questo dobbiamo trovare un taglio particolare, un punto di vista originale. Ci sono tonnellate di materiali on line sarà il caso cominciare a condividere?

I video

Ricapitolo: Ziarati contattato, Sabahi invitata. Gli altri? Non ci sono notizie?

Negli incontri sarebbe bello realizzare video.

-chi di voi è in grado di fare un montaggio?
-avete bisogno di attrezzatura?

Oggi insieme a Molly (al secolo Chiara Molina) creeremo un canale su YouTube (purtroppo non esiste ancora un servizio che si chiama TuTubocatodico, per i puristi). Su quel canale possiamo scaricare i video realizzati da pubblicare poi sul blog.

Manderò agli amministratori user e password (nome utente e parolina magica)


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giovedì 28 ottobre 2010

ASAP

ASAP, cari miei, ASAP.

so, u'll nderstend me, yoyoyo!

#Thursday

chi c'è c'è e chi non c'è non c'è.

vengo anch'io!

no tu no!

comunicare i nomi dei possibili presenti, se siamo troppi cerchiamo di stringere la cerchia a quelli che fanno meno paura (almeno in gruppo)

passo,

c.

farian

scritto a farian.
attendiamo risposta.

Ziarati's angel comunichescion

Dunque cari,
ho sentito Ziarati. è stato imbarazzante, ma l'ho fatto. tanto non mi vedeva.

ha meno ristrettezze sul cibo di me, quindi al massimo sarò io ad impedire una cena solo carnivora.

le date da lui proposte sono giovedì 4, oppure il lunedì successivo, oppure il mercoledì successivo.

iniziate a postare commenti sulle vostre disponibilità da S-U-B-I-T-O!

e anche le preferenze sul luogo, che lui non ha espresso.

Assolutamente vietato il vino bianco o il rosso mosso, molto mosso, leggermente mosso.

Rigorosamente fermo.

c.

ps: considerando l'indisponibilità alla ripresa video che famo?

Novità!

Mi sveglio e di caffè ce n'è poco, questo vuol dire che si raffredda pure in fretta e a me, di mattina, il caffè piace bollente. (e amaro, ma questo anche nel tardo moderiggio)

Però, che dire, anzi, non avrei potuto non dire, il nostro bellissimo blog adesso è molto più fescion!

Posso fare una domanda importante? Ma io, o chi per me, del nostro gruppo, i Ziarati's Angel (qualcuno me ne vorrà a male sicuramente per questo), possiamo chiamare? o no? aspettare? o no?

Decidiamo per la cena? sennò che gli si dice? Bunga bunga?

vado a fare litri di caffè,

a presto,

c.

Suggerimenti per i post

-Se dovete scrivere testi lunghi, separateli in paragrafi: saranno più facili da leggere e non faranno l'effetto "mattone".

-Segnalate alcune parole chiave del vostro posto usando il bold (grassetto).

-Se segnalate un link non copiate solo la URL (indirizzo) ma collegatelo: selezionate la parola da collegare e cliccate sulla icona con una catena su quella specie di pianeta verde. E diventa così.

-Dopo aver scritto il post usate le etichette (tag). C'è un campo apposta dopo il campo del testo: sarà più facile ritrovare il post in seguito. Questo post , ad esempio, avrà le etichette "blog" e "istruzioni". Potete mettere anche più etichette (separatele con una virgola)

Cozzare



Eccoci!

Mi prendo l’onere e l’onore di presentare il mio gruppo, che a breve si occuperà di fare qualche domanda alla scrittrice italo iraniana Farian Sabahi.

Formazione:

Andrea - roscio tuttofare, leader indiscusso del gruppo per anzianità e meriti. Un generatore umano di tempo, che impiega stando dietro una videocamera o dietro un computer o dietro una sceneggiatura. Insomma, è quel dietro che serve in ogni occasione. E poi è rosso.

Ferdinando – il bell'uomo su cui si può sempre contare. Dicono abbia più di un romanzo nel cassetto. Lui, per
gentile umiltà, nega addirittura di avere cassetti.

Fabio: il solitario e il taciturno. Che poi, immancabilmente, nei momenti di improvviso sconforto, suggerisce l’idea geniale. Speriamo faccia lo stesso in questa avventura.

Enrica: ex attrice. Birichina? Mmm, qualcosa di diverso. Diciamo che è quella che crea scompiglio. Incontra grosse difficoltà a non credersi più in una fiction, e forse i suoi importuni sono solo dei segnali di spaesamento... ma ad ogni modo il caos, a volte, è necessario.

Davide: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, mai definizione fu più appropriata. Tirate fuori un ambito e vi racconterà la sua esperienza a riguardo, anche se marginale. Sono sicura che sia stata preziosa, perché lui lo è.

Umberto: passa inosservato ma c’è. C’è spesso e forse pochi se ne accorgono. D’altronde le fondamenta sono quasi sempre invisibili.

Alice – sono io. Quella che di cognome fa Cozzo, e non Zanotti, precisiamo. E poi, e poi … auto presentarsi è davvero troppo difficile in questo ambito, diventerei poetica o patetica e forse alla fine mi fare prendere dalla disperazione.

State bene, e non vogliatemene se ho urtato i sentimenti di qualcuno nelle biografie …
D’altronde, io cozzo.
A prestissimo!

mercoledì 27 ottobre 2010

Naturalmente

da ora in poi cambia tutto, perché scrivo anch'io. (sì, sì, che spocchiosità)
tanto per incominciare l'approccio col blog: perché mi dice che ci sono 7 post e ne leggo 4?
va bene anche se non metto le maiuscole?
imparerò.
Nel mentre scopro che livio, anzi Livio, anzi, il Milanesio, ha un suo blog in cui scrive anche le cose che dovremmo scrivere noi (e ci prende pure in giro), quindi, nel caso ci fosse davvero qualcuno interessato e noi non sapessimo soddisfare la curiosità rimando al suo http://lastoriadellestorie.blogspot.com/
(scaricare le responsabilità, noi gggiovani siamo bravissimi in questo. parrebbe)

parlando di cose serie, il luogo del ritrovo.
mi chiedevo se portare scrittoristranierichescrivonoinitaliano in luoghiinitaliadovesimangiacibostraniero non sia un po' facilone.
perché non una pizza?
oppure una terra di mezzo, un luogoinitaliaincuisimangiacibostranierocheperònonèilloro.
non dal giappa che noi siam fuorisede o disoccupati e non pare il caso.

magari un pub irlandese, o un creppaio francese, o da un baccalaro portoghese.

facciamo i senza frontiere, degli sconosciuti che si incontrano in terra straniera.
un po' come una partita di calcio giocata fuori casa per entrambe le squadre.

buon lavoro a tutti cari,

c.

meglio l' autostima o la maternità/paternità?

eccomi. sono le undici e sei minuti di sera. questo vi darà modo di capire quanto tempo perderò a scrivere questo post. lo so che ai più questo titolo non dirà nulla, nasce semplicemente da una conversazione con una co-amministratrice del blog o una co-scrittrice del blog, insomma una delle cinque (mi par di capire) stronze che si sono accollate l' onere onoroso di scrivere qui. non che io consideri un onere il fatto di scrivere qui, perchè prima che riusciate a fermarmi
sarò divenuta la fiera paladina di qualunque cosa possa essere abbastanza inutile perchè io ne diventi la prima e unica fiera paladina mondiale.
poco tempo fa ho scritto un post per un altro blog, il titolo era -io vivo tra gli uomini-, e parlava del perchè io mi ritrovassi in gruppi di qualunque cosa a prevalenza maschile, ne narravo le dinamiche, il livellamento necessario per poterci convivere con questi membri di uomo.
ora, da un paio di giorni, io mi ritrovo circondata dalle donne.
me le trovo vicine a lezione, stanno davanti a me al supermercato, mi accerchiano sull' autobus e pure loro sono talmente stronze che pur piene di sacchi della spesa trovano ancora la forza di fermarsi in mezzo alle strisce pedonali per dirmi, per indicarmi dov' è l' ospedale e interrogarsi sulla mia malattia. ora lo dico a tutte queste signore: non ho nessuna malattia! devo solo fare un cambio medico!
detto ciò mi chiedo una cosa che apparentemente non c' entra un cazzo con questo blog di lingua matrigna, ma mr. livio mi ha detto che l' importante è fare e io gli credo, non so se sia la cosa veramente importante, ma so che quando faccio non penso ad altro e non mi chiedo se ci sarebbe qualcos' altro di meglio da fare, il che per un ansioso ve lo giuro è come una botta di eroina al contrario.
ora la cosa che mi chiedo è questa: perchè di cinque amministratori cinque sono donne?
perchè secondo me qui è chiaro che di autoincularsi si tratta.
ora io amo scrivere e amo questo blog di un amore che presto finirà, ma sul serio, quando io ho alzato la mano qual è stato il mio pensiero? avrò pensato qualcosa di tipo matermo e vittimistico tipo se non lo faccio io chi altro lo farà.
poi mi ritrovo nei giorni successivi a chiedere aiuto a una donna per riuscire a farmi un account, mi ritrovo a chiedere aiuto a una donna perchè mi porti i libri sull' iran, mi ritrovo a chiedere aiuto in fin dei conti sempre alla stessa donna perchè mi sento scema come la barbapapà rosa che credo si chiami barbalilla che non riesco a scrivere un nuovo post, e le due stronze in questione che al momento insieme non fanno una stronza decente sono qui on-line ancora alle undici e trentatre di notte, insieme ad altre due stronze che amministrano sto blog e mi chiedo:
perchè siamo qua? dove sono gli altri? dove sono gli uomini? io lo so dove sono, la maggior parte sono a giocare a calcetto. e mi hanno lasciato i piatti da lavare.
tutto questo per dire che ho scelto una donna (una scrittrice donna), per una volta volevo occuparmi di una donna, e non più di un uomo, forse il periodo degli uomini è finito per me, però sì, forse sto facendo polemica sterile ed inutile, ma davvero: ma che mi frega a me degli uomini.
siamo qui, io e la mia co-amministratrice a parlare della nostra autostima azzerata, di cuori che fanno schifo, parlo soprattutto del mio, che mi pare bypassato da decenni e, e niente.
mi sono semplicemente sorpresa di una cosa che ho fatto io stessa, guardate che non è facile stupire se stessi, scegliendo una donna come oggetto d' indagine o meglio come soggetto d' indagine e sono felice perchè mi sta venendo un sorrisino e come in quella foto di emma bonino che vidi una volta quando avevo diciassette anni,
alzo le mani e con le dita faccio il simbolo del triangolino a forma di figa (forma volgare)
e sarò una sfigata quanto vi pare, ma una sfigata fiera della scelta che ha fatto.

Espresso o caffè turco?




Aggiungo alle proposte di Livio, due ristoranti: Kirkuk Kaffé e Coco's.

Il Kirkuk, in via Carlo Alberto 16, offre specialità curde, turche e greche. Il locale è molto carino, si mangia seduti sui cuscini o sulle sedie (per quelli di voi che iniziano ad accusare i primi acciacchi, non farò nomi), tra tappeti e maioliche turche.
Fatevi un giro sul sito, magari scopriamo qualcosa in più anche sui Curdi, questi sconosciuti...


Nella Trattoria Coco's invece, il clima è quello dell'osteria popolare: buon vino da osteria, buon cibo da osteria, bella gente da osteria. E poi libri, cartoline, manifesti, oggetti kitsch, la bandiera del Toro (che alla nutrita schiera di interisti piace quasi quanto l'Inter). In via Galliari 27/C, se volete fare un sopralluogo.

Linguaccia matrigna

Spronata dal Capo a scrivere su questo blog, mi accingo a raccontare come va la situazione.

Mi ha fregata con un semplice “paura dell'acqua fredda?”, psicologia da 4 soldi ma che con me funziona. Io, come il buon Martin McFly di “Ritorno al futuro”, rispondo sempre alle provocazioni quando mi si dà della codarda.

Ebbene, tornando a noi, la situazione è la seguente:

1) Io e Margherita (altra ragazza del mio gruppo) siamo andate alla ricerca dei libri di Tawfik. A quanto pare era più probabile trovare il santo Graal ma siamo riuscite a raccimolare dignitosamente due copie de “La straniera”.

2) Non ho ancora capito come si pronuncia il nome di Younis Tawfik, se qualche anima pia volesse dirmelo mi farebbe evitare una bella figuraccia.

3) Siccome a noi piace farlo strano, abbiamo deciso di andare controcorrente e cucinare per il nostro scrittore. Niente ristoranti ma cucina casalinga! Sperando che il nostro amicone Younis apprezzi lo sforzo di voler cucinare cibi iracheni.

Credo che ci siano buone possibilità che alla domanda “Perché sei venuto a vivere in Italia?” non ci risponda “Per amore delle lasagne!”. Anche se per quelle di nonna Lorenzina ne varrebbe la pena.


Un saluto a tutti coloro che non si sono fatti spaventare dalla grafica spettrale del blog


Lorena


Ospiti a cena


Nella lezione di Lunedì, Marco ha proposto di portare gli autori a cena, per rompere il ghiaccio. Ho un'idea: perché non scegliamo un ristorante unico per tutti, un posto significativo. Ho in mente due locali agli opposti.

Il primo è il Mar Rosso il ristorante eritreo di via Principe Tommaso a San Salvario. Potremmo contattare i due proprietari, due eritrei di seconda generazione, spiegando loro il progetto e prenotando la saletta dove si mangia seduti a terra.

Il secondo è il Bel Deuit piemontesissimo (pronuncia Bel Döit che significa buon comportamento), un po' scomodo perché a Superga (ci si va in macchina).


In ogni caso sarebbe bello scegliere un locale per tutti e contattare i proprietari per concordare con loro riprese etc...


martedì 26 ottobre 2010

Benvenuti

Questo è il blog di Lingua Matrigna, un progetto Scuola Holden