domenica 21 novembre 2010

Cose da bar

Capita che entri in un bar e la giornata svolta. A me qui,  in questo bar insomma, è già capitato altre volte. Sarà che i proprietari, loro, quelli lo amano davvero il loro lavoro e tu lo capisci subito fosse solo per l'esposizione di torte fatte in casa. E la musica. Sempre musica di qualità che non te l'aspetti da un baretto di zona San Donato. Una mosca bianca. Pare.
E qua sento, per la prima volta da quando sono a Torino - forse perché non esco tanto - sento un discorso in dialetto piemontese. Willy Bartender versus Alberto Customer. Li ascolto e penso a Lingua Matrigna - succede. Quando Alberto esce mi giro verso Willy e gli dico:
- lo parli bene il dialetto
- ma io non sono di Torino, sono di giù - mi risponde - è che son portato per le lingue.
e io ci sono cascato,  a me son sembrati  proprio due piemontesi doc che si scambiano una confidenza.
Gli spiego che questa cosa delle lingue mi interessa, che mi fa strano pensare a lui immigrato dal Sud mentre parla la lingua dei padri piemontesi, una sorta di "lingua patrigna".
E lui mi fa: - eh, beh c'è di peggio, te lo sai cos'è il Lunfardo?
Eh no, non lo so cos'è il Lunfardo quindi me lo faccio spiegare.
Beh, pare sia una specie di linguaggio, né dialetto né lingua, in voga in Argentina dopo le forti immigrazioni del XIX e XX secolo. Così dice Willy. Un linguaggio che nasce dall'italiano, dal piemontese, dal genovese, dallo spagnolo, da termini occitani. Un mix. E lui ha una cliente che lo parla. Una sorta di lingua parade usata per comunicare fra "fratelli" impedendo agli altri di capire il verso significato della comunicazione.
Un argot così si classifica.
E questo è interessante.
Penso al Balun e ai ragazzi che vendono accendini, fazzoletti etc. dalle parti di Porta Palazzo, che molti di loro sanno un po' di dialetto,  parlano varie lingue e mi chiedo: esisterà un argot del Balun? Esiste un modo di comunicare unico e legato ad una  zona di Torino? Esistono queste sfumature o sono ormai scomparse?
In Italia, a Napoli,  esiste il  parlese questo lo so.
Tra nerd informatici si finisce per giocare a scarabeo in Klingon.
C'è chi parla elfico e da bambino ho detto cofomefestafaifi per parlare "in codice con gli amici".
Ma questa cosa dell'argot mi sembra centrale perché nasce dal convergere di persone provenienti da mondi diversi.
Ecco questa è la considerazione.


1 commento:

  1. Bellissimo. Io conosco qualcuno che parla il patois, lingua di confine.

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