lunedì 8 novembre 2010

del difficile e della paura

 del difficile e della paura di non essere capace a postare delle foto

mi ritrovo ad avere 5 minuti di libertà espressiva e temporale che in questi 5 minuti considererò pressochè totale.
parlerò della difficoltà per me, e forse anche per altri, di trovare un equlibrio tra il compito di documentare questo progetto e l' esigenza di metterci dentro me e la mia vita, o quantomeno di trovare una via personale per esprimere un punto di vista su questo progetto, o per ritrovarmene coinvolta in maniera che possa anche interessare altri.
Tutto questo con la presunzione di pensiero che se io per prima ne sono coinvolta, anche per altri, sarà più facile esserlo a loro volta. Che non è detto. Anzi.

Non so se questo sia giusto o utile, vorrei che anche altri esprimessero un pensiero a questo riguardo. Se questo debba o possa essere un blog che verte unicamente sul progetto "lingua matrigna", o se possa essere anche uno spazio in cui esprimere non solo il proprio spaesamemto linguistico, ma anche geografico ed ideologico e del non saper bene che fare.
Su quanto sia difficile trovare un linguaggio o un parlato quando non sai bene dove stare o dove sarai o che vuoi fare o essere.

Vedo che ci sono state delle derive come quella della "valigia" che forse esulavano dal progetto globale e che io personalmente ho apprezzato e trovato stimolanti perchè ci facevano in un certo senso entrare in acqua nonostante tutta la paura che uno ha dell' acqua, di non essere certi di riuscire ad arrivare alla fine della vasca e anche, forse soprattutto, che chi ci vede da fuori possa pensare che in effetti il mio stile libero di nuoto faccia schifo e di quanto io sia penosa quando vado a sbattere con le braccia contro i divisori in plastica.

Io, fino a prova contraria, dopo questi 5 minuti di pressochè totale libertà cercherò di darmela ancora questa libertà, forse sbagliando, e in questo caso i miei post verranno rimossi, se non da me, dall' amministratore, o dal mio super-io.
Questo era un auto brain storming di 5 minuti attendendo che vengano a farmi delle riprese per una cosa di cui non mi frega un cazzo.
Siamo sommersi dalle cose di cui non ci frega un cazzo e la cosa che per me risulta davvero importante è come trovare il modo di non perdere in tutto questo l' entusiasmo per quel poco che ancora ci interessa.
Che questo sia rimasto poco non so come sia stato possibile, e forse qualche post verterà anche su questo.
Super-io permettendo.

1 commento:

  1. sinceramente è difficile dare una risposta concreta a questa richiesta (di aiuto?) per un semplice problema di quantità. in primo luogo non penso che ogni progetto debba per forza essere il campo per riflessioni personali sulle proprie problematiche, per il semplice fatto che, credo, ognuno di noi metta un pezzo di se stesso in qualunque cosa faccia. sia essa la cronaca di una partita scapoli-ammogliati che nel romanzo che fa vincere il nobel.

    credo piuttosto che sia necessario lavorare, lavorare tanto. ecco, vorrei riprender questo discorso quando ci saranno centinaia di post su centinaia di scrittori, allora e solo allora vorrei prendermi il lusso di guardarmi indietro e chiedermi cosa abbiamo fatto?

    vorrei avere l'umiltà di affrontare il compito che io stesso mi assegno e portarlo a termine al meglio delle mie capacità senza avere paura, in anticipo del giudizio degli altri.

    e dunque chiedo: potete, per favore, provare a lasciare da parte dubbi preventivi, protezioni eccessive del preziosissimo ego, salvagenti e quant'altro per cominciare a fare il lavoro sporco, quello di quantità, quello in cui ogni informazione, ogni granello che questi autori ci concederanno e farlo diventare una storia, una voglia di raccontare, di riempire pagine e pagine di racconti, di commenti, di nuove domande, di nuovi scrittori. c'è un mare da attraversare a nuoto e se continuiamo a discutere sul colore del laccetto del costumino non arriveremo neppure a lambire il bagnasciuga.

    animo dunque! le figure di merda siano con noi! gli scivoloni sgramaticali ci vellichino le piante le dei piedi! le critiche ci scivolino sulla pelle come bagnoschiuma del discàunt! marciamo per la nostra strada!

    WE FEW, WE HAPPY FEW, WE BAND OF BROTHERS!

    Ps. posta le foto, magari qualche cosa di magico succederà. o forse no. e sopravviveremo lo stesso

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