giovedì 11 novembre 2010

Gemellaggio napoletano

Come preannunciato, ho ricevuto da Luca Castellano (ex masterista holden e romanziere) una richiesta di gemellaggio che qui inoltro:

"L'associazione dei Rifugiati di Napoli (sito che a breve sarà aggiornato) ha commissionato alla mia società oldlucast l'ideazione e la realizzazione di un documentario che sarà prodotto con una parte dei fondi previsti dal progetto "M'mov' - Migranti in movimento", progetto vincitore del "Bando di idee 2009" della CSV di Napoli

In questo momento io sto scrivendo il documentario, titolo provvisorio "La maschera dei Rifugiati"

"La maschera dei rifugiati" racconterà le storie dei rifugiati di Napoli (in maggioranza africani del Burkina Faso) a partire dai loro volti e dalla città che li ospita: Napoli. Una città che, tristemente alla ribalta delle cronache nazionali/internazionali per la questione della monnezza, sembra trasformare i migranti da "rifugiati" a rifiutati". Monnezza, cioè.

Oltre, però, la questione della pelle- maschera-monnezza, il documentario racconterà gli occhi e le bocche dei rifugiati. E la loro lingua, le loro lingue: è su questo tema che vedo uno spazio di collaborazione con Lingua Matrigna

A differenza delle storie dei rifugiati, da quanto ho capito, credo che il vostro progetto racconti un tipo di integrazione diversa, di persone che non hanno bisogno di assistenza, cioè. La sofferenza però, penso, sia la stessa. Sono differenti, forse, la lingua e i modi per raccontarla. Ecco: credo possa essere interessante andare alla scoperta dei punti di contatto. Mettere a confronto diversi tipi di faccette. Far dialogare, cioè, l'alto e il basso della stessa lingua matrigna.


Rimangono sicuramente, però, alcune domande: Come? Facendo raccontare le storie dei rifugiati da qualche scrittore? Oppure invitando questi ultimi a riflettere sulla condizione ontologica dei rifugiati, quella di essere considerati immondizia? O, ancora, invitando gli scrittori a partecipare, insieme ai rifugiati, alla pulizia di alcuni quartieri di Napoli? Avete idee e suggerimenti da proporre?"


3 commenti:

  1. E se gli scrittori rispondessero alle domande dei rifugiati? Per intenderci meglio, provate a dare uno sguardo a www.theitalianexperience.com (un progetto di comunicazione di Lavazza) e a come riesce a creare un legame emotivo fra le persone, le culture e le lingue.

    Consiglio anche di dare uno sguardo al progetto "Conosci il tuo vicino" (http://bit.ly/aif7lq) che ha utilizzato, invece, un dizionario come strumento di confronto tra lingue differenti proprio per ricercare un dialogo tra due culture (in questo caso quella torinese e quella romena).

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  2. Questa cosa "ce piace". L'idea che ci si sporchi creando un contatto tra "alto e basso" è molto bella, forse difficile da organizzare e realizzare, ma affascinante.
    Indagare le divisioni all'interno dell'argomento Lingua Matrigna può portare a nuovi risvolti che creano contrasto.

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