martedì 16 novembre 2010

le lingue degli altri


Le lingue degli altri, a volte, hanno accenti più musicali, a volte servono quelle parole lì, estranee, per dare corpo al sogno. In una sera scura, "in un buio di giostre in disuso, qualche Rom si è fermato italiano, come un chiodo ad imbrunire su un muro"....e chissà qual è per lui, in tutto il suo vagare, la lingua madre e quale la lingua matrigna...

Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta

Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna

vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla

perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà

ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti



sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali



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